Onorevoli Colleghi! - Attualmente gli ex militari di carriera che rimasero infermi o mutilati prima di aver maturato il diritto alla pensione, cioè ancor prima di aver prestato 15 anni di servizio come previsto dall'articolo 52 del testo unico delle norme sul trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092, ricevono la corresponsione di un trattamento economico commisurato all'entità delle lesioni o all'infermità riportata in base a quanto disposto dall'articolo 67, comma 2, del citato testo unico.
      Orbene, tale trattamento economico non è determinato sulla base della valutazione dell'entità del servizio prestato, che tra l'altro risulterebbe insufficiente per aver diritto alla pensione, bensì in base alla valutazione dell'infermità subita.
      Questa circostanza pertanto indica inconfutabilmente che il trattamento economico privilegiato ha un carattere prettamente «risarcitorio» e non quello tipico di reddito.
      Ciò comporta che l'imposizione fiscale ai titolari di pensione privilegiata ordinaria risulta assolutamente ingiustificata ed iniqua.
      In effetti, il legislatore ha voluto riconoscere semplicemente un risarcimento dei danni fisici a chi per «causa di ser vizio» nell'adempimento del dovere ha subito infermità e lesioni irreversibili.
      Allo stato attuale, a causa dell'iniquità legislativa non pochi ex carabinieri, agenti di polizia, finanzieri, guardie forestali, agenti di custodia, ufficiali, sottufficiali e militari delle Forze armate sono vittime non soltanto dei danni derivanti dalla loro infermità, ma anche di questa più volte lamentata ingiustizia.
      La presente proposta di legge, quindi, vuole intervenire per reintrodurre equità nel vigente sistema giuridico, mediante la totale defiscalizzazione delle pensioni privilegiate ordinarie in quanto pensioni con esclusiva funzione risarcitoria e non reddituale.

 

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